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    Inclusione e cyberbullismo in pandemia

    I nostri ragazzi, da più di un anno, vivono in modo anomalo, loro più di tutti hanno affrontato e stanno tuttora vivendo, in modo più amplificato, una realtà che è poco “normale”, soprattutto per la loro età, dove il contatto fisico e la libertà degli abbracci è in primo piano. Un dato da non trascurare è la problematica emotiva che deriva dalla difficoltà di inclusione scolastica e dalla presenza, sempre più netta, del cyberbullismo. Prendo in considerazione la fascia di età che va dai 10 ai 14 anni, sono coloro che dal 2020 al 2021 hanno cambiato scuola, sono andati nella prima classe della scuola secondaria di primo grado e nella prima classe della secondaria di secondo grado, questo passaggio molto delicato è avvenuto in piena emergenza sanitaria, è avvenuto in modo atipico ed è stato vissuto e affrontato in modo non sempre idoneo, per la maggior parte dei giovani. Non c’è stato modo di conoscere i docenti e ovviamente non vi è stata data la giusta attenzione alle problematiche singole, la dad ha oscurato le diversità, ha messo in risalto le varie difficoltà singole senza però permettere agli adulti di comprendere in maniera significativa le singole esigenze dei giovani alunni.

    L’inclusione è passata in secondo piano, i ragazzi con dsa o con altre situazioni da tenere in considerazione o semplicemente con vissuti personali fragili, hanno preferito evitare la dad, nascondersi, non farsi conoscere, essere arrabbiati o intolleranti, a discapito di un giudizio anche errato da parte del corpo docente. Tale situazione è spesso sfuggita di mano, per le palesi difficoltà della dad e per la mancanza di tempo e organizzazione. La possibilità di sentirsi parte di una classe, la possibilità di fare nuove amicizie e la possibilità di conoscere nuovi docenti è stata negata e molti hanno subito delle conseguenze psicologiche, soprattutto i giovani già fragili emotivamente. 

    Una conseguenza seria, che va ora più che mai monitorata è l’aggravarsi del cyberbullismo, i giovani, già accaniti usatori dei social e dei video giochi online, hanno incrementato il loro utilizzo, sia per cambiare modo di socializzare e sia per colmare la frustrazione e la noia, spesso accompagnata della solitudine. A causa di questo sovrautilizzo, è scaturito un incremento delle problematiche relative al cyberbullismo: giovani presi di mira dal gruppo, video girati e poi inoltrati nelle varie chat, scherni anche di natura omofoba e discriminatoria, insomma un utilizzo totalmente errato dei social, dove la scuola in questa situazione ha potuto fare ben poco, non è potuta intervenire in modo educativo come avrebbe potuto fare in tempi di non pandemia ma ha solo arginato tale fenomeno, anche se spesso i giovani non hanno denunciato l’accaduto; se prima risultava difficile aprirsi con un adulto di riferimento, ora in tale situazione risulta ancora più complesso e difficile perché la paura e il timore hanno preso il sopravvento. 

    Il cyberbullismo è un fenomeno che necessita di interventi prioritari perché il problema si rileva sui social e sui video giochi online ma sta prendendo piede anche su siti che molto spesso a noi adulti, sono del tutto sconosciuti. Credo che una priorità sia quella di intervenire con progetti mirati, che diano consapevolezza a chi esegue tale azione ma che dia, a chi subisce, degli strumenti concreti, soprattutto di supporto per la sfera emotiva, tenendo in considerazione sia la scuola e sia la famiglia, un lavoro mirato e coerente per il benessere del giovane. 

    L’inclusione che in questo anno è purtroppo mancata o è stata carente, ha sicuramente determinato conseguenze che devono essere rimarginate, i giovani di tutte la fasce di età, hanno e stanno vivendo un cambiamento importante, ma se l’attenzione e il diritto all’ascolto deve essere garantito a tutti, i giovani che hanno risentito maggiormente devono essere tutelati ancora di più, con progetti di prevenzione e di inclusione prioritari già a partire dall’estate, con la fine della scuola, in prospettiva del nuovo anno scolastico.

    Dott.ssa Sara Cerrato
    Psicologa e Tutor dell’apprendimento

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